Spazio, confort e un’aderenza a prova d’inverno. Abbiamo scelto sei vetture dalle caratteristiche tecniche molto eterogene, con prezzi che vanno da 26 a 70mila euro, accomunate da una grande stabilità sui percorsi più impegnativi. Non solo trazione integrale ma anche tanta elettronica a beneficio della nostra sicurezza.
Testo Andrea Nicoli, foto Photogroup
Inverno e neve sono sinonimo di vacanze ma anche di fastidio per la pioggia e il freddo a volte eccessivo, ma anche per la difficoltà di guidare su fondi con scarsa aderenza. Mai come in questo periodo dell’anno si vorrebbe guidare una vettura a trazione integrale o per lo meno una due ruote motrici con una raffinata elettronica e buoni pneumatici che ci possa aiutare a non scivolare.
Fino a qualche anno fa le auto a trazione integrale occupavano una quota insignificante nel parco circolante nazionale. Solo negli ultimi anni hanno cominciato a farsi largo tra i nostri desideri e di conseguenza l’offerta dei costruttori generalisti si è fatta sempre più ampia e variegata. Ormai ogni casa automobilistica ha nella propria gamma almeno una vettura 4×4, magari non integrale permanente, o con una spiccata propensione al superamento degli ostacoli grazie a differenziali e freni gestiti da un “cervello” elettronico.
Come dicevamo, negli ultimi anni le proposte di vetture a quattro ruote motrici si è fatta molto eterogenea, sia in termini di carrozzeria, sia per motori e cambi, a beneficio di diverse tipologie d’impiego. La trazione integrale può servire per aumentare la mobilità, ma anche migliorare la sicurezza o gestire al meglio la potenza attraverso quattro ruote motrici e non solamente due. Le vecchie preoccupazioni come la ridotta affidabilità o i consumi maggiori causati dal peso superiore e dalle pesanti trasmissioni, sono ormai lontani ricordi, tanto che possiamo affermare che una vettura 4×4 non è più uno status symbol per ricchi o la terza scelta di un parco auto molto esteso ma una scelta intelligente per tante famiglie.
Fatta questa premessa anche quest’anno siamo andati qualche giorno in montagna per provare alcune delle ultime novità automobilistiche in un ambiente tipicamente invernale. Anche se poi a metà dicembre la neve era presente solo su alcune strade di raccordo ai piedi del monte Cervino e non in tuttala Valtournenche, location del nostro servizio.
Ecco in ordine di prezzo le auto che abbiamo provato in Val d’Aosta : Renault Scénic XMod Cross 1.5 dCI S&S Energy (26.300 €), Suzuki S-Cross 1.6 VVT 4WD CVT Top (26.600 €), Nissan Juke Nismo 1.6 4WD (31.120 €), Toyota Rav4 2.2 D-CAT A/T 4WD Lounge (36.400 €); Peugeot 508 SW RXH Hybrid 4 (43.850 €) e Jeep Grand Cherokee 3.0 D Aut. Summit (70.580 €). Tutte vetture 4×4 esclusa la Renault Scénic, l’intrusa con la sola trazione anteriore ma gestita dall’Extended Grip, un ARS con tripla taratura. Due con motori a benzina 1.6, la Suzuki aspirato e la Nissan turbo, mentre tra le restanti quattro vetture con motore diesel la Peugeot contava anche del motore elettrico sull’asse posteriore a supporto del due litri. Ampio range anche tra le potenze che partivano dai 110 CV del vivace 1.5 diesel Renault al generoso tre litri V6 della Jeep con 250 CV.
In termini di carrozzeria tre Suv, Nissan, Jeep e Toyota, due familiari Peugeot e Suzuki e una monovolume Renault. In termini di prezzo ampia varietà, tanto per segnalare che il prezzo della Grand Cherokee full optional era più o meno il costo di tre Scénic.
Renault Scénic XMod Cross 1.5 dCI S&S Energy (26.300 €). Il progetto, o meglio l’idea Scénic è maggiorenne. Nata nel lontano 1996 (un anno dopo vince il premio Auto dell’Anno) la compatta monovolume della Casa francese ha fatto la storia del segmento attraverso tanti successi commerciali e alcune version,i anche con un’indole crossover. La recente XMod Cross non raggiunge le peculiarità fuoristradistiche della vecchia Scénic RX4, il modello a trazione integrale con i pneumatici artigliati e la ruota di scorta a sbalzo sul portellone, ma è pur sempre un buon compromesso per affrontare serenamente una gita in campagna o sulla neve.
Riconoscibile per i paraurti con le protezioni sottoscocca e i fascioni laterali, la “Cross” è innanzitutto più alta da terra di 3 Cm (totale 15) rispetto alla sorella urbana e con carreggiate leggermente aumentate di 20 mm. Ha poi generosi pneumatici 215/60-16 con disegno M+S (fango e neve) e tecnicamente può contare sull’Extended Grip, un’evoluzione elettronica del sistema di controllo antislittamento. Una manopola posta a lato della leva del cambio, manuale a sei marce, permette di scegliere tra tre diverse tarature. Nella modalità “Expert” il sistema gestisce i freni lasciando libertà sull’acceleratore, passando alla selezione “Standard”, il cui inserimento entra a partire dalla velocità di 40 km/h, l’ASR funziona in maniera tradizionale mentre passando alla modalità “No Grip” il sistema ottimizza il controllo dei freni anteriori e quello della coppia motrice in funzione delle condizioni del fondo. In poche parole il dosaggio della discreta coppia garantita dal 1.5 turbodiesel viene mesa a terra nella maniera più efficace. Questa versione ha un prezzo superiore di 750 euro rispetto all’equivalente XMod base ed è disponibile con i motori 1.6 a benzina da 110 Cv e 1.2 turbo da 115 e 130 Cv assieme ai diesel 1.5 o 1.6 rispettivamente da 100 e 130 Cv.
Leggere personalizzazioni anche all’interno nei rivestimenti in pelle/Alcantara, nel battitacco, volante sportivo e pomello della leva del cambio in alluminio. Al centro della plancia spicca il display digitale TFT e l’interessante impianto hi-fi della Bose. L’abitabilità è sempre molto buona e il divanetto posteriore riesce ad ospitare con un buon confort anche tre adulti. Molto buona anche la capacità di carico per una vettura che misura solo 437 Cm, con spazio da 470 a oltre 2.000 litri, togliendo completamente i sedili posteriori.
La nostra versione era quella spinta dal diesel meno potente della gamma, ma più che sufficiente per ogni esigenza. Indubbiamente con 1.457 kg di massa e “soli” 110 Cv ci si deve accontentare di un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 12,5” e di una velocità massima di 180 Km, ma alla voce consumi si rimane ben impressionati con una media di circa 18/19 km/litro, raggiunti durante la nostra prova montana senza particolari difficoltà. Questo grazie anche al sistema start&stop che nella nostra versione Energy limita anche le emissioni medie di CO₂ a 105 gr/km. Da notare poi che la Scénic Xmod Cross oltre al cambio manuale a sei rapporti è disponibile il cambio a doppia frizione EDC.
Suzuki S-Cross 1.6 VVT 4WD CVT Top (26.600 €) Tra le ultimissime novità del mercato abbiamo avuto il piacere di guidare la Suzuki SX4 S-Cross, la crossover giapponese disponibile con la sola trazione anteriore, o come per il nostro modello in prova, in versione a trazione integrale ribattezzata Allgrip.
Anche Suzuki, un po’ in ritardo, è entrata nel settore delle crossover con un’interessante modello, ideale compromesso tra una pratica station wagon lunga 4,30 metri e una classica sport utility che strizza l’occhio a fortunate rivali come la Kuga o la Qashqai. Rispetto alla precedente crossover SX4 la S-Cross è cresciuta di alcuni centimetri, specialmente nel passo a beneficio dell’abitabilità interna e nella capacità di carico che ora varia tra 430 e 1.100 litri. Al momento sono due i motori disponibili, diesel e benzina entrambi 1.6 e con 120 Cv. Il primo con il solo cambio manuale a sei marce, il secondo manuale a 5 rapporti o automatico a variazione continua (CVT) come sull’auto provata, disponibile con un sovrapprezzo di 850 euro. Per quanto riguarda la trazione integrale bisogna mettere in preventivo 2.200 euro.
La versione a benzina spicca per fluidità di funzionamento con un’erogazione della potenza molto elastica e prestazioni discrete. Indubbiamente una vettura come la S-Cross non la si acquista per le prestazioni assolute,165 km/h e un modesto scatto da 0 a 100 km/h in 13,4 secondi, quanto per poliedricità d’uso. I consumi sono nella media con 17,5 km/litro dichiarati che nella nostra prova abbiamo registrato una percorrenza di circa 14 km/litro.
Tornando a parlare della trasmissione integrale Allgrip, a fianco della leva del cambio è presente un selettore che permette di scegliere tra 4 funzioni. Nell’uso normale si viaggia in modalità “Auto” con la sola trazione sulle sole ruote anteriori a beneficio dei consumi ma, in caso di perdita di aderenza, il sistema risponde passando automaticamente all’integrale. La modalità “Sport” sfrutta al meglio la trazione integrale ma interviene anche sulla centralina del motore per una risposta più immediata all’acceleratore, mentre selezionando la funzione “Snow” il sistema mantiene sempre la trazione sulle quattro ruote ottimizzando la risposta in base alle sollecitazioni dello sterzo e dell’acceleratore. Infine in modalità “Lock” il sistema blocca il giunto centrale distribuendo in modo continuo la coppia sulle quattro ruote fino a 60 km/h. Nella dotazione di serie spiccano il monitoraggio della pressione pneumatici e l’Hill Holder per assistere le partenze in salita.
Assieme alle considerazioni tecniche e ai numeri la nuova Suzuki può puntare su alcune qualità intrinseche come l’ottima e confortevole posizione di guida, la buona stabilità di un assetto che racchiude il giusto compromesso tra rigidezza e assorbimento delle asperità e la rinomata qualità di assemblaggio che bilancia una certa sobrietà degli interni che potrebbe non colpire gli appassionati più giovani.
Nissan Juke Nismo 1.6 4WD (31.120 €) Interessante nelle forme quanto nelle prestazioni, la Juke con i muscoli e la trazione integrale permanente non ha smentito le attese in termini di divertimento, prestazioni e… consumi.
Partiamo dal nome Juke Nismo, dove Nismo non è altro che l’acronimo Nissan Motorsport. Il tuner ufficiale della Casa giapponese è intervenuto sul piccolo motore 1.6 turbo benzina a iniezione diretta portandolo da 190 a 200 Cv (esiste anche una versione ancora più estrema ribattezzata “RS” con 215 Cv appena presentata in America). In listino sono presenti due versioni della Nismo, con la sola trazione anteriore e il cambio manuale a sei rapporti da 27.500 euro e come la “nostra” con la trazione integrale accoppiata al cambio automatico CVT che costa 3.500 euro in più.
Su strada è assolutamente inconfondibile, prima di tutto per il pacchetto estetico-aerodinamico. Griglia inedita al frontale, minigonne laterali, assetto ribassato, grande spoiler posteriore, cerchi da 18” con pneumatici maggiorati e un tocco di colore portato dalle calotte degli specchietti e da un filo che corre lungo tutta la carrozzeria. Tutte bianco perlato. All’interno sedili in Alcantara decisamente avvolgenti a tanti piccoli dettagli racing.
Come per le altre Juke anche la versione sportiva non eccelle per abitabilità. Nonostante le cinque porte che ne facilitano l’accesso, solo 4 persone trovano lo spazio su misura per affrontare medie percorrenze e anche la capacità di carico si deve accontentare di 251 litri per arrivare a 830 in configurazione a due posti.
Passando ai numeri di riferimento delle prestazioni la velocità massima è di 200 km/h mentre nello scatto da 0 a 100 km/h emerge un interessante 8,2” (7,8 per la più agile e leggera 2WD). Sulla voce consumi medi Nissan dichiara 13,5 km/litro, ma è inevitabile lasciarsi prendere la mano da questo fantastico “giocattolo” e una volta spremuto a dovere ricalcolare una percorrenza spesso inferiore ai 10 km/litro. In fondo la Juke Nismo sembra essere nata proprio per divertirsi. L’assetto rigido, il cambio a sei rapporti con i comandi al volante, la coppia massima di 250 Nm disponibile a partire da soli 2.400 giri e lo sterzo preciso e diretto sono tutte caratteristiche da auto sportiva più che da crossover da famiglia. Però con 4 pneumatici giusti la trazione non è niente male e l’agilità rimane il suo punto di forza per un divertimento assicurato. Dunque ideale per un giovane ragazzo o un altrettanto giovane padre di famiglia che cerca un’auto compatta ma allo stesso tempo a cinque porte e con tanta personalità oltre a una tonalità di scarico unica.
Toyota Rav4 2.2 D-CAT A/T 4WD Lounge (36.400 €) Passano gli anni, circa venti dalla nascita della prima versione, e una Toyota Rav4 non può mai mancare in una prova dedicata alle Sport Utility. In questa continua evoluzione tecnica ed estetica anche l’ultima Rav4 nata nel 2012 è cresciuta nelle dimensioni, sicurezza, confort, anticipando e assecondando così le mode. Quest’ultima è cresciuta non poco rispetto alla precedente: 20,5 cm di lunghezza e 3 di larghezza per un totale di 4,57 metri per 1,84. In compenso si è leggermente abbassata per offrire un aspetto più dinamico e aerodinamico. Queste misure hanno permesso di ricavare un abitacolo ancora più ampio e accogliente e un generoso bagagliaio la cui capacità oscilla tra i 465 e 1.846 litri. Spazio facilmente sfruttabile e personalizzabile grazie alla semplicità con la quale si possono abbattere i sedili, che si uniformano in maniera lineare al piano di carico. Magari qualcuno potrebbe obiettare sulla fantasia degli interni, con una plancia molto sobria e un design essenziale, ma sicuramente materiali e assemblaggio risultano molto curati per un modello che in questa versione più ricca e con il cambio automatico supera i 36.000 euro.
La Rav4 nasce come un modello esclusivamente a trazione integrale, ma negli ultimi anni è venuto incontro alle esigenze del mercato proponendosi anche con la sola trazione anteriore. Nonostante questo mantiene un DNA fuoristradistico come la discreta altezza minima da terra, gli sbalzi contenuti e un resistente rivestimento in resina che avvolge l’intera struttura del veicolo, passaruota compresi. La gamma comprende un motore a benzina 2.0 con 151 Cv e la trazione integrale e due diesel: un 2.0 con 124 Cv e la trazione anteriore e un 2.2 con 150 Cv e la trazione integrale come per il “nostro” esemplare. Il cambio può essere manuale a sei marce o automatico a sei rapporti con un supplemento di prezzo di circa 1.600 euro. Con questo propulsore e la trasmissione automatica le prestazioni sono decisamente equilibrate con una velocità massima di 185 km/h e un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 10”. Nella voce consumi i 14,9 km/litro dichiarati sono stati avvicinati nel nostro servizio con una media di circa 12-13 km/litro.
La trazione integrale permanente è gestita elettronicamente e può essere personalizzata su tre livelli grazie all’Integrated Dynamic Drive-System che interagisce su motore, cambio e servosterzo elettrico. In condizione “Normal” la trazione è sulle ruote anteriori ma può arrivare al 50% sui due assi, nella modalità “Sport” almeno un 10% (a crescere) spinge sulle ruote posteriori per arrivare al “4WD Lock” con un blocco 50-50% fino alla velocità di 40 km/h. A questo si aggiungono i sistemi di controllo Down-hill Assist e Hill Start Assist per la partenza e discesa assistita sui fondi più scivolosi.
Peugeot 508 SW RXH Hybrid 4 (43.850 €) Trazione integrale, ecologia e costi di gestione contenuti sulla 508 RXH Hybrid 4 vanno di pari passo. Peugeot ha interpretato a modo suo il connubio tra 2 propulsori diversi, un tradizionale diesel 2 litri da 163 Cv accoppiato “by-wire” a un motore elettrico che all’occorrenza può fornire un surplus di potenza di 37 Cv e la trazione anche all’asse posteriore. Questa originale interpretazione è disponibile su alcune vetture della Casa francese, ma pensiamo che sulla 508 Station Wagon riesca ad offrire l’immagine perfetta. Rispetto a una 508 “normale” l’Ibrida ha un aspetto da crossover grazie all’altezza minima da terra incrementata di 50 mm, parafanghi di protezione che ne aumentano la larghezza di 40 mm (di cui 10 di carreggiata) e alcune protezioni inferiori in alluminio satinato. Luci a led, mancorrenti sul tetto e cielo panoramico assieme a interni in pelle/Alcantara, climatizzatore quadri-zona, impianto hi-fi JBL e portellone con apertura elettrica sono tutti accessori esclusivi offerti di serie su questo modello che costa 43.850 euro, circa 10.000 euro in più delle versioni con il solo motore a gasolio e una dotazione più essenziale.
Tornando all’aspetto tecnico e dinamico della RXH è doveroso soffermarsi sul funzionamento, alternato o contemporaneo, dei due motori. Funzione che può essere personalizzata attraverso un comando posto a lato della leva del cambio automatico, robottizzato a sei rapporti con comandi al volante. Il classico diesel 2 litri da 163, un po’ rumoroso ma decisamente brillante anche su una vettura di 1770 kg, è ideale nei percorsi extraurbani e autostradali, mentre il motore elettrico subentra nelle partenze o nella guida a basse velocità. Nella modalità “ZEV” a zero emissioni può anche operare singolarmente fino a una velocità di 60 km/h per circa 4 km. Il passaggio dal motore elettrico a quello termico avviene automaticamente grazie al sistema Stop&Start dove un alternatore reversibile mette in stand by il motore termico, per poi riavviarlo quando richiesto. Questo connubio ha permesso di contenere i consumi durante la prova nell’ordine dei 20 km/litro, mentre le emissioni di CO₂ dichiarate dalla casa sono di soli 107 gr/km. Sulla neve abbiamo particolarmente apprezzato la modalità “4WD” dove i due motori funzionano contemporaneamente con una ripartizione della coppia fino al 40% sulle ruote posteriori a bassa velocità. Non ultimo la modalità “Sport” dove le marce vengono selezionate più rapidamente a regimi più alti e si possono usare tutti i 200 Cv disponibili con una coppia di ben 300 Nm a 1.750 giri assieme a ulteriori 200 Nm elettrici.
Concludiamo sottolineando un aspetto importante. Nonostante il motore elettrico e il pacco di batterie supplementari posto sotto i sedili posteriori, la 508 RXH Station Wagon mantiene la capacità di carico delle altre versioni. Dunque un ampio bagagliaio che varia da 560 a 1598 litri, ideali per lavoro ma anche per le vacanze.
Jeep Grand Cherokee 3.0 D Aut. Summit (70.580 €) La più grande, la più potente e la più off-road del gruppo. Una 4×4 elegante, vera icona dell’eleganza made in USA la Jeep Grand Cherokee non finisce di rinnovarsi. A distanza di 20 anni dal debutto l’ultima Suv ha beneficiato di molti aggiornamenti estetici e tecnici. Nonostante misuri ben 4,82 metri per 1,80 di altezza manifesta un certo dinamismo grazie al nuovo frontale con la calandra abbassata, i gruppi ottici più affilati e i fari bi-xeno con luci diurne a led. Led che troviamo anche al posteriore, spoiler accentuato, lunotto ridisegnato per migliorare la visibilità. All’interno, la solita dose di lusso ,accentuata dall’esclusiva versione Summit della nostra prova, con sistemi hi-tech di bordo con un sistema di navigazione U-Connect con schermo touch screen da 8,4”, quadro strumenti con un TFT da 7”. All’interno raffinati rivestimenti in pelle, la radica della plancia, l’esclusivo impianto hi-fi e tanti dettagli che ne elevano il confort come i sedili regolabili e riscaldabili elettricamente come la stessa corona in legno del volante che una volta scaldata garantisce un piacere alla guida nelle ripartenze mattutine. Ottima l’abitabilità interna anche per cinque persone e nella media la capacità di carico variabile tra i 782 e 1584 litri.
Assieme alle novità estetiche troviamo tante novità meccaniche e tecnologiche sulla Grand Cherokee 2013. Il motore è l’ultimo 3 litri V6 dell’italiana VM di Cento (FE) con 250 Cv e ben 570 Nm di coppia a 2.000 giri. Un turbodiesel che riesce spingere i 2400 kg di peso della Grand Cherokee a oltre 200 km/h con uno scatto da 0 a 100 km/h in 13,3”. Con questi numeri la voce consumi passa in secondo piano anche se è doveroso ricordare una percorrenza media nel nostro test di circa 10 km/litro. Altra interessante novità è il cambio automatico passato a 8 rapporti più le ridotte offerte dalla trazione integrale permanente. Il sistema ribattezzato Quadra-Drive II, disponibile sulle versioni Overland e Summit (la nostra), può contare sul differenziale autobloccante elettronico posteriore a slittamento limitato che interagisce con il ripartitore centrale con frizioni a controllo elettronico. Su fondo asciutto il ripartitore centrale gestisce la coppia al 48% sull’anteriore e 52% al posteriore ma può variare automaticamente sui due assi in base alle mutevoli condizioni di aderenza. Come dicevamo questo sistema prevede anche la modalità “4WD Low”, utili ridotte per muoversi nelle condizioni più estreme. Altra peculiarità tecnica sono le sospensioni pneumatiche Quadra-Lift con 5 livelli di regolazione: Normal, Off Road 1, Off Road 2, Park e Aero Mode. In condizioni standard la vettura ha un’altezza minima da terra fi 22 Cm che possono aumentare di 3,3 e 6,6 con le due modalità “Off-Road”. Per contro 4,4 cm in meno rispetto allo “Park” possono facilitare i parcheggi nelle zone interrate mentre una semplice riduzione di 1,3 Cm, “Aero Mode”, migliora l’aerodinamica in autostrada alle alte velocità. Per concludere questa elegante off-road può contare sulla gestione della trazione Select-Terrain attraverso 5 personalizzazioni, Sand, Mud, Auto, “Snow” e “Rock” (quest’ultimo con un’escursione delle sospensioni di ben 28 Cm) che intervengono contemporaneamente sul modulo di controllo della trasmissione, il freno elettronico, l’ESC, il cambio automatico, l’Hill-Descent e il Select-Speed Control.
Come si può capire anche quest’ultima versione della Grand Cherokee vuole stupire per la sua polivalenza estrema. Indubbiamente saranno pochi i proprietari che si lanceranno nel fuoristrada estremo con una vettura che nella versione Summit, la più completa che costa oltre 70.000 euro, ma così ben attrezzata la lussuosa Jeep riesce sempre a garantire un’elevata sicurezza e una praticità d’uso (una volta imparati bene i libretti d’uso e manutenzione) di riferimento.
Concludiamo con una sorta di provocazione. Non badate a spese e prestigio? Jeep ripropone anche un must tra gli americani la versione SRT8 riassumibile in un paio di numeri: motore 6.4 V8 da 468 (Euro 6) con tanto di launch control per scattare da 0 a 100 km/h in 5” e raggiungere i Cv 257 km/h, in pista.
Box 1 Bosch: Buona parte dei sistemi elettronici montati sulle vetture dello speciale sono di provenienza Bosch. I motori a gasolio come il V6 VM della Grand Cherokee o il 2 litri PSA della 508 impiegano il sistema Common Rail CRS 2-20 che lavora a pressini vicine ai 2000 Bar permettendo di contenere le emissioni e i consumi garantendo allo stesso tempo ottime prestazioni. Una costante evoluzione c’è stata anche nei sistemi di gestione dei gas di scarico o nelle candelette ceramiche di nuova generazione con una durata pari a quella del veicolo.
La stretta collaborazione tra PSA Peugeot Citroën e Bosch risale a una partnership strategica siglata nel 2008, nell’ambito della quale si è sviluppata la Peugeot 3008 HYbrid4, la prima autovettura diesel ibrida al mondo con sistema Axle-Split. Il Gruppo francese, insieme a Bosch, ha sviluppato i componenti elettrici (motore, elettronica di potenza e generatore ad alta tensione) nonché il sistema elettronico di stabilità ESP. Questa nuova tecnologia è anche presente nella versione RXH station wagon e HYbrid4 berlina della Peugeot 508 e nella Citroen DS5 HYbrid4, per i quali Bosch fornisce i componenti per la trazione elettrica.
Box 2 Hankook: Per lo speciale di Breuil Cervinia abbiamo uniformato parte delle vetture con pneumatici della gamma invernale Hankook. Un elemento di contatto col suolo fondamentale, anche per i modelli che possono disporre dell’ausilio della trazione integrale. Winter i*Cept Evo è un pneumatico capace di offrire prestazioni eccellenti in ogni condizione grazie allo schema asimmetrico del suo battistrada e da una mescola al silice, in grado di assicurare non solo una grande tenuta alle basse temperature, ma anche silenziosità di rotolamento e economicità grazie al buon rotolamento. La parte esterna caratterizzata da coste grandi e dal doppio canale longitudinale, garantisce prestazioni ottimali su superfici asciutte e umide mentre quella interna, con scanalature marcate dal disegno a virgola, è pensata per dare il meglio su neve e ghiaccio. Il grip è assicurato anche da un battistrada solcato da lamelle con tecnologia 3D che offre massima stabilità e aderenza su fondi innevati. Il Winter i*Cept Evo di Hankook, proposto con misure a partire da 15”.
Box 3 Alcar: Coniugare funzionalità e praticità senza rinunciare all’estetica. Montare un bel cerchio in lega neppure nei mesi in cui le normative vigenti obbligano a equipaggiare l’auto con pneumatici invernali può essere una scelta pratica e non troppo dispendiosa. Tra le proposte del mercato abbiamo scelto Dezent TD Dark, distribuito da Alcar Italia, montato sulla Suzuki S-Cross impegnata nello speciale. Con le sue grandi cinque razze a stella, un cerchio dal design semplice ma elegante. A contribuire al suo look contemporaneo, una livrea Silver o, come nel nostro caso, nero opaco, colore che esalta la lieve curvatura sul finire di ogni razza. Un cerchio realizzato in fusione monoblocco, proposto in sette dimensioni e nelle versioni a quattro o cinque fori. Disponibile nelle misure comprese tra 6.0×14” a 7.5×17”, DEZENT TD Dark è proposto a prezzi da 145 a 204 euro Iva esclusa. www.dezent-wheels.com